Sulla tornata elettorale dell’8 e 9 giugno

Questa la posizione elaborata dalla nostra Assemblea nazionale in vista della prossima tornata di elezioni europee ed amministrative

Questa la posizione elaborata dalla nostra Assemblea nazionale in vista della prossima tornata di elezioni europee ed amministrative

Venerdì 10 Maggio 2024

L’8 e il 9 giugno 2024 si vota per rinnovare il Parlamento europeo e per eleggere sindaci e consigli comunali di oltre 3700 comuni italiani.

In linea con quanto stabilito e dichiarato pubblicamente sin dal 2023, noi di Pro Italia non parteciperemo a questa tornata di elezioni europee. Consapevoli che la legge impone a tutte le formazioni extra-parlamentari che intendano candidarsi a Strasburgo una raccolta firme talmente imponente da rappresentare un ostacolo pressocché insormontabile, abbiamo scelto con senso di responsabilità di non imbarcare la nostra comunità partitica in quella che sapevamo essere una missione impossibile. In altre parole, abbiamo scelto di non prendere in giro noi stessi e i nostri sostenitori, a differenza di quanto non sia stato fatto da altre forze politiche che hanno affrontato questa raccolta firme con assoluto velleitarismo.

A riprova del realismo della nostra scelta ci sono le notizie arrivate proprio in questi giorni, a ridosso del termine ultimo per il deposito delle liste elettorali: tranne “Pace Terra Dignità”, nessuna delle realtà politiche che hanno affrontato la raccolta firme è riuscita a presentare le proprie liste in tutte le circoscrizioni. D’altronde non serviva esser esperti di burocrazia elettorale per capire che una norma che impone di raggiungere in Valle d’Aosta (125mila abitanti) la stessa soglia minima di sottoscrizioni che occorre in Lombardia (oltre 10 milioni di abitanti) si configura come una vera e propria tagliola che impedisce a chiunque si trovi al di fuori del Parlamento nazionale o europeo di presentare il proprio simbolo sulle schede elettorali di tutti gli italiani. L’unico modo per superare questo ostacolo è poter contare su una presenza capillare su tutto il territorio nazionale (aspetto per noi essenziale e a cui stiamo lavorando) oppure su determinati agganci negli ambienti che contano, maturati spesso al di fuori della militanza politica.

A fronte di questo scenario, ci troviamo a dover constatare che l’8 e il 9 giugno, sulla scheda per le europee che troveremo nell’urna elettorale, non figurerà alcun simbolo che possa ricevere il nostro sostegno. Sia chiaro: Pro Italia è una forza democratica, non disdegniamo affatto il momento elettorale e siamo convinti che costituisca un cardine imprescindibile della vita politica del nostro Paese. Non abbiamo mai sostenuto attivamente l’astensione e mai sosterremo che disertare le urne possa produrre, di per sé, un qualche risultato politico.Tuttavia dobbiamo riconoscere con onestà e rammarico che, a questa tornata di elezioni europee, non ci sia niente da votare.

Tutte le forze politiche che concorreranno in Italia per il rinnovo del Parlamento europeo sono accomunate da un’adesione assoluta ai dogmi neoliberali ed europeisti, il che le colloca a una distanza siderale dalla nostra battaglia per la sovranità dell’Italia e la libertà degli italiani. Tutte, nessuna esclusa: anche la lista “Libertà” che raccoglie alcuni esponenti della cosiddetta “area del dissenso” e che oggi si offre come alternativa “anti-sistema” risulta, nella sostanza, indistinguibile da tutto il resto dell’offerta politica. Le posizioni del dominus di quest’operazione elettorale, Cateno De Luca, sono infatti chiarissime: avanti con la regionalizzazione del nostro Paese, con la digitalizzazione dei nostri servizi e con l’attuazione efficiente e puntuale dei progetti del PNRR. Tutte istanze legittime, per carità, ma completamente antitetiche alla nostra impostazione ideologica e, non per caso, in perfetta sintonia con i desiderata di Bruxelles. Riguardo alla lista “Pace, Terra e Dignità” di Michele Santoro, non possiamo che sottolinearne l’incongruenza più grave: pur essendo una forza politica incentrata sul no alla guerra e il rifiuto dell’impianto neoliberista, non mette in discussione nel proprio programma l’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea e alla moneta unica. Inoltre, si tratta di un soggetto che abbraccia la retorica green della transizione ecologica, invocando l’estensione della carbon tax e la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, e nei confronti del fenomeno migratorio mostra una postura decisamente globalista. Insomma, ci appare come nient’altro che l’ennesima propaggine del centrosinistra.

Vale poi la pena ricordare che il Parlamento europeo rappresenta un’istituzione dalla valenza per lo più simbolica. Riuscire a portare delle istanze nobili in quest’assemblea, priva – ricordiamolo – persino dell’iniziativa legislativa, non sposta di una virgola gli equilibri sostanziali nel nostro Paese. Può servire soltanto a dar forza e visibilità ai soggetti politici che le portano avanti. Ma siccome, come già chiarito, nessuna delle forze parlamentari candidate alle europee rappresenta in maniera lontanamente credibile le istanze per cui ci battiamo, a maggior ragione ci risulta impossibile formulare alcuna indicazione di voto. La distanza fra la nostra impostazione ideologica, che mette al centro la libertà di realizzarsi degli individui e dunque la necessità di autodeterminarsi della nostra nazione, e la postura paternalista dei piccoli e grandi soggetti politici che parteciperanno all’agone europeo vedendo negli italiani nient’altro che un gregge di pecorelle da guidare, educare e metter sotto tutela... È semplicemente incolmabile.

Di fronte a questo quadro desolante, il nostro impegno in questa tornata elettorale sarà quindi concentrato sulle elezioni amministrative. Saremo presenti direttamente con il nostro simbolo o indirettamente tramite liste civiche in undici comuni: si tratta di un primo passo importante per Pro Italia e, in particolare, per la crescita della nostra comunità militante.

Fin dalla nascita del nostro partito abbiamo dichiarato che il nostro obiettivo è costruire con metodo una forza politica popolare, radicata sui territori e capace di esprime la classe dirigente di domani. Stiamo portando avanti questo proposito con tenacia e fermezza, consapevoli che per cambiare le cose nel nostro Paese e riprendere le redini del nostro destino non esistono scorciatoie. La strada è una sola, lunga e faticosa ma, al contempo, semplicemente straordinaria.

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